La storia dei Marenghi d’oro
La moneta coniata a seguito della vittoria di Napoleone Bonaparte contro l’arciducato d’Austria a Marengo (l’odierna Spinetta Marengo in provincia di Alessandria), il 14 giugno 1800, è stata chiamata marengo. La coniatura della moneta a titolo celebrativo, avvenuta nel 1801 dalla Repubblica Subalpina, è stata giustificata dall’importanza strategica della vittoria.
Napoleone Bonaparte, che all’epoca era Primo Console, guidò le truppe dell’Armata di riserva francese contro i reparti dell’esercito austriaco e la vittoria permise ai francesi di riprendere il controllo di buona parte del nord Italia.
Inizialmente la moneta aveva un valore nominale di 20 franchi, con un peso totale di 6,45 g ed una percentuale di oro (in millesimi) pari a 900. L’oro puro all’interno della moneta corrisponde quindi 5,80 g. Dato che il nome “Marengo” divenne d’uso quotidiano si pensò di mantenerlo per indicare tutte le monete prodotte in Francia nel corso del XIX secolo.
Successivamente alla nascita dell’Unione Monetaria Latina (una sorta di Unione Europea dell’epoca) si cercò di favorire la circolazione delle monete, all’interno dei paesi appartenenti, chiamandole tutte Marengo: Aderirono quindi 32 paesi nei quali i marenghi da loro coniati utilizzarono il parametro di riferimento francese che consisteva in monete da 6,45 gr. con un rapporto di valore tra oro ed argento stabilito in 15,5 circa. Persino gli Stati Uniti valutarono l’adesione all’Unione ma il Congresso si dichiarò contrario al rapporto di valore tra oro ed argento e quindi non aderì e mantenne il rapporto a 16.
Fu dunque il rapporto fisso tra i due metalli, che non teneva conto della fluttuazione di valore dei due metalli, a porre fine all’unione con il suo scioglimento nel 1927. Da quel momento il marengo d’oro divenne una moneta da investimento, data l’elevata percentuale di oro puro al suo interno, ma anche un pezzo da collezione per appassionati e numismatici.
Marengo svizzero
Il marengo svizzero venne coniato fra il 1871 ed il 1949 ma gli esemplari coniati nell’anno 1871 e negli tra gli anni 1883 e 1896 vengono considerate come monete da collezione data la rarità.
Il marengo svizzero coniato quindi tra il 1897 ed il 1949 è quindi considerato come moneta di borsa dato che è più comune e facilmente reperibile.
Marengo italiano
La coniatura in Italia iniziò nel 1861 successivamente all’unità ed assunse il nome di Marengo, con denominazione 20 lire, successivamente all’adesione dell’Italia all’Unione Monetaria Latina del 1865.
Marengo francese
Il marengo francese essendo il “fratello maggiore” di tutte le altre monete che traggono il nome da esso è stato il primo ad essere coniato nel 1801 dopo la vittoriosa battaglia dei francesi a Marengo ed è anche quello che presenta più tipologie differenti. Infatti dopo la prima tipologia di marengo Francese che ritraeva Napoleone Bonaparte, tutti i gli imperatori che hanno governato il paese e in alternanza con i periodi repubblicani crearono una moltitudine di varianti.
Marengo austriaco
Il marengo austriaco venne coniato a partire dal 1870. Le monete riconiate successivamente al 1900 presenta incisa come data il 1892.
Il dritto di questa moneta presenta il profilo dell’imperatore Francesco Giuseppe I che regnò sull’impero Austro Ungarico dal 1848 fino alla prima guerra mondiale.
Il rovescio invece presenta la scritta “IMPERIVM AUSTRIACVM” e l’aquila imperiale austriaca che separa la doppia denominazione di 20 franchi ed 8 fiorini.
Come per i marenghi di altri stati il peso è di 6.4516 g, il diametro di 21 mm, il titolo di oro a 900 (21,6 kt) e quindi il contenuto di 5.8064 g.
Marengo belga
Il Belgio ha iniziato a coniare monete d’oro considerabili come monete da investimento dal 1834 durante il regno di Leopoldo I il quale ha continuato a coniarle, anche se a fasi alterne, sino al 1865.
Le monete coniate durante questo periodo presentano il profilo del sovrano in due tipologie: la tipologia con il volto giovane e la tipologia con il volto anziano di Leopoldo II.